Antibiotico resistenza: il trasferimento dei pazienti da un ospedale all’altro aumenta la diffusione di ceppi di Klebsiella pneumoniae resistenti

 NEWS  Istituto Superiore di sanità 

Ricercatori dell’ISS firmano studio europeo pubblicato su Nature Microbiology

La diffusione di ceppi batterici resistenti in Europa avviene con il trasferimento dei pazienti da un ospedale all’altro. E’ questa la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori europei, dopo aver condotto un ampio studio genomico su più di 1.700 ceppi batterici.

Allo studio europeo, pubblicato su Nature Microbiology, sulla diffusione della Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi in Europa hanno partecipato anche ricercatori italiani dell’Università di Firenze e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Lo studio ha dimostrato che i ceppi resistenti ottenuti dallo stesso ospedale o da ospedali dello stesso Paese sono più simili tra di loro rispetto a ceppi provenienti da ospedali di Paesi diversi. I ricercatori hanno confermato l’importanza del meccanismo della produzione degli enzimi carbapenemasi nel determinare la resistenza e la appartenenza dei ceppi resistenti ad un piccolo numero di cloni cosiddetti “ad alto rischio”.

Pertanto studiare il movimento dei pazienti all’interno di un paese e individuare gli ospedali che fungono da “hub” può contribuire a focalizzare e migliorare il controllo della diffusione dei ceppi di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi.

La Klebsiella pneumoniae, un batterio appartenente alla famiglia degli Enterobatteri che normalmente colonizza la cute, il tratto respiratorio e l’apparato gastrointestinale e che, come patogeno opportunista, può causare infezioni dell’apparato respiratorio, urinario e batteriemie, ha sviluppato nel corso del tempo resistenza a diverse classi di antibiotici, compresi i carbapenemi che rappresentano al momento farmaci di ultima risorsa per la cura delle infezioni invasive causate da Enterobatteri multiresistenti. L’Italia è il paese europeo nel quale il problema della resistenza ai carbapenemi in K. pneumoniae ha assunto le maggiori dimensioni, rappresentando una vera minaccia per la sanità pubblica. Ogni anno si registrano in Italia più di 2.000 casi di batteriemie da Klebsiella pneumoniae, secondo i dati della sorveglianza coordinata da ISS, che si verificano soprattutto in persone anziane ricoverate in reparti ad alto rischio quali i reparti di Terapia Intensiva. Limitare la diffusione delle infezioni trasmesse all’interno delle strutture sanitarie è una delle priorità del Piano Nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR) del Ministero della Salute, e uno degli indicatori previsti dal piano è proprio la diminuzione della percentuale dei ceppi di  Klebsielle pneumoniae resistenti ai carbapenemi.

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